Egregio Rettore.
Siamo un gruppo di studenti preoccupati per la situazione che attualmente affligge Palazzo Nuovo, e, di conseguenza, l’università tutta.
L’occupazione di Palazzo Nuovo non solo compromette la continuità delle attività accademiche e la fruibilità degli ambienti stessi, ma arreca un danno significativo ad una vasta maggioranza di studenti e personale universitario che desiderano semplicemente proseguire le proprie attività didattiche in un ambiente sicuro, libero e sereno.
Innanzitutto, desideriamo esprimere il nostro rispetto per il diritto di espressione e di protesta, pilastri fondamentali di qualsiasi società democratica e aperta. Tuttavia, riteniamo che le modalità e le richieste avanzate dagli occupanti siano pretestuose e strumentali. Infatti, un ridotto manipolo di autoproclamatisi custodi del sommo bene non vuol solo essere ascoltato su lecite richieste, su cui ognuno ha libertà di giudizio, quali la collaborazione con le università israeliane in luce del conflitto in corso, ma bensì, con metodi quasi ricattatori, esige l’imposizione di una propria visione ideologica sull’università stessa, avulsa da una genuina preoccupazione etica per l’attività dell’università, scavalcando gli organi democratici che regolano la vita accedemica, arduamente conquistati in passato, sì con metodi simili, ma che ora esistono e che garantiscono la pluralità e la rappresentatività del corpo studentesco.
Tutti noi seguiamo con apprensione quanto accade a Gaza, ma non è ammissibile permettere che un ristretto gruppo di individui, al di fuori di qualsiasi processo democratico e rappresentativo, si faccia padrone delle strutture universitarie -anche per usi manifestamente abietti- e determini la vita di tutti gli altri studenti, peraltro con particolare tracotanza verso quanti non condividono i fini per cui agiscono, per quanto si possano ritenere nobili ed elevati.
Questi metodi non devono portare ad un riconoscimento e ad una legittimazione.
È importante che l'università rimanga un luogo di apprendimento libero e inclusivo, dove il dibattito e la diversità di opinioni sono incoraggiati e rispettati. Non si può cedere a pressioni che minino il ruolo dell'università come istituzione educativa e luogo di libero pensiero. La nostra università ha sempre promosso il dialogo e il confronto, e questo deve avvenire -e continiuare- nel rispetto delle regole democratiche e delle esigenze di tutta la comunità accademica.
Pertanto, chiediamo il Suo intervento deciso affinché Palazzo Nuovo venga liberato e la normale attività accademica possa riprendere al più presto. Se non può ragionevolmente prodigarsi direttamente, Le chiediamo almeno di adottare una postura più ferma e decisa nei confronti di questa occupazione. Solo con una chiara presa di posizione possiamo garantire che l’Università di Torino continui a essere un luogo di apprendimento e crescita per tutti, senza discriminazioni e prevaricazioni.
Confidiamo nel Suo supporto e nella Sua leadership per ristabilire l’ordine e garantire il diritto allo studio di tutti gli studenti. In attesa di un Suo riscontro, porgiamo i nostri più cordiali saluti.